IL MANIFESTO DEL DIRITTO PENALE LIBERALE NEL PRISMA DEI DIRITTI UMANI

IL SISTEMA PENITENZIARIO ITALIANO ALLA PROVA DELLA CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI

Autores

  • Maria Di Maggio Università degli Studi di Bari "Aldo Moro"

Palavras-chave:

DIRITTO PENALE LIBERALE, PENA, DIRITTI DEL DETENUTO, SOVRAFFOLLAMENTO

Resumo

Il contributo ha ad oggetto l’analisi del sistema penitenziario italiano, raffrontato ai principi universalmente condivisi dalla scienza penalistica. Questi principi, oltre ad essere stati cristallizzati nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, sono stati ribaditi negli ultimi anni anche dal Manifesto del diritto penale liberale e del giusto processo del giugno 2019, sottoscritto dall’Unione delle Camere Penali Italiane. In particolare, per quanto concerne la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo il riferimento al terreno di “incontro-scontro” tra esecuzione penale e diritti umani non può che passare per l’analisi dell’art. 5 in primis, riguardante il diritto alla libertà e alla sicurezza ed i suoi limiti tassativi, entro i quali si inseriscono le previsioni di cui all’art. 3 – ossia il divieto di sottoposizione a tortura e a pene e trattamenti inumani e degradanti – e all’art. 8 – il diritto al rispetto della vita privata e familiare. L’approfondimento è necessario e giustificato dal fatto che la Corte di Strasburgo si è più volte occupata dei contrasti tra il sistema italiano ed i principi citati, a partire dalla sentenza Sulejmanovic c. Italia del 2009. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha più volte sanzionato l’Italia per il noto problema del sovraffollamento delle carceri italiane. Il problema è permeato da una notevole rilevanza per l’ambito dell’esecuzione penale, considerando che l’inefficienza delle strutture carcerarie italiane e la loro inadeguatezza rappresenta ormai una costante. Infatti, le ultime statistiche pubblicate dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia fanno riferimento ad una capienza regolamentare totale per 51.249 unità e ad un numero di detenuti effettivamente presenti pari a 56.674: un tasso di occupazione pari al 110.59%, destinato a salire in quanto le statistiche non tengono conto delle celle inagibili (basti pensare che in alcune carceri italiane il tasso di sovraffollamento arriva al 127%). Tuttavia, il problema del sovraffollamento non sembra essere l’unico ad affliggere il sistema carcerario italiano, che si confronta anche con pronunce che riscontrano casi di violenze fisiche e psicologiche nelle carceri, di suicidi e di profili di criticità nei regimi speciali di detenzione. A fronte di questi dati, il contributo si propone di indagare sui principi immanenti dell’ordinamento italiano in tema di sistema penitenziario, così come ribaditi dal Manifesto, analizzando la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e raffrontandola a vecchie e nuove proposte di riforma del sistema italiano.

Publicado

03.10.2023

Edição

Seção

SIMPÓSIO On62 - EXECUÇÃO PENAL E DIREITOS HUMANOS