NUOVE PROSPETTIVE PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
I PRINCIPI DI NON REGRESSIONE E RESILIENZA NEL GREEN DEAL EUROPEO
Palavras-chave:
sostenibilità ambientale, costituzionalismo ambientale, Green Deal, non regressione, resilienzaResumo
A partire dalla Dichiarazione di Rio, lo sviluppo sostenibile rappresenta il perimetro entro cui vengono enucleati gli altri principi ambientali e può essere definito come un paradigma concettuale, o come un meta-principio, in grado di indicare la traiettoria di sviluppo del diritto ambientale. Il virtù del principio di integrazione, le esigenze connesse alla tutela dell’ambiente in termini di sostenibilità (art. 11 del TFUE) costituiscono parte indefettibile delle politiche eurounitarie. Il Green Deal europeo, un pacchetto di strategie politiche per il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, ha promosso un approccio integrale alla transizione ecologica che ha stimolato l’adozione di una serie di piani ambientali nazionali (come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia ed il Plan de Recuperación, Transformación y Resiliencia in Spagna). Ma è soprattutto la crescente costituzionalizzazione dei principi ambientali a perseguire il mutamento di paradigma necessario a rafforzare la tutela del diritto all’ambiente nella sua dimensione intergenerazionale. Per effetto della disciplina multilivello, la sostenibilità ecologica assurge ad obiettivo dell’azione congiunta dell’Unione europea e degli stati membri; essa si avvale dell’approccio per principi tipico del diritto ambientale, dove, accanto alla diffusione di principi classici, il trend globale è quello del rafforzamento di principi eco-giuridici emergenti, quali il principio di non regressione ed il principio di resilienza. I principi di resilienza e di non regressione, una volta positivizzati, soprattutto se a livello costituzionale, sono in grado di imprimere la forza del diritto alle leggi scientifiche di funzionamento dei sistemi ecologici e, più in generale, alle acquisizioni della scienza ecologica. Il principio di resilienza ecologica richiede a governi ed individui di adottare tutte le misure disponibili per migliorare e sostenere la capacità dei sistemi sociali e naturali (non solo delle aree protette) di mantenere la propria integrità. La positivizzazione del principio può portare al perfezionamento delle procedure di valutazione dell’impatto ambientale in quanto comporta l’obbligo di effettuare una valutazione di resilienza ecosistemica prima di ogni intervento; influisce inoltre sulla quantificazione del danno ambientale, che è ben più grave laddove colpisca ecosistemi vulnerabili rispetto ad altri di tipo resiliente. Il principio di non regressione in materia ambientale, oggi positivizzato in diversi ordinamenti europei, e recepito a livello costituzionale in alcuni casi nel sud globale, era approdato nelle conferenze internazioni sullo sviluppo sostenibile grazie all’impulso della dottrina, che ha anche elaborato un test di regressività ambientale. La non regressione, vietando indebolimenti del quadro normativo di tutela degli ecosistemi, è una componente della responsabilità intergenerazionale ed ha come destinatari tanto i legislatori, quanto gli amministratori e gli interpreti, che non degradino la soglia di protezione già raggiunta. Seppur non espressamente nominato dal Green Deal, il principio di non regressione esprime a pieno lo spirito del nuovo obiettivo di integrazione europea, non solo perché il diritto e le politiche ambientali sono il riflesso del progresso sociale, ma soprattutto perché esso si fonda sull’idea che le pressioni umane abbiano superato la capacità massima di carico e che il mancato progresso della normativa ambientale equivalga ad un’inesorabile retrocessione.