SAUDADE DELLA VERITA?
I FORMANTI DELLE FAKE NEWS NELL'ERA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Palavras-chave:
POSTVERITA; FAKE; POPULISMO; TECNOLOGIA; DISINTERMEDIAZIONEResumo
Oggetto di questa ricerca sono i formanti tecnologici, culturali ed essenzialmente politici delle fake news e l’obiettivo è elaborare una definizione giuridicamente orientata da relazionare alla questione dei limiti della libertà di espressione con particolare riferimento alla sua declinazione in libertà di informazione. In dottrina non vi è una posizione unanime sulla qualificazione delle fake news anche se un elemento comune viene rintracciato nel suo uso prevalentemente politico, nella sua diffusione attraverso le tecnologie digitali della comunicazione oltreché nella sua stretta correlazione con la post verità. La domanda che occorre porsi è se rappresenti una nuova modalità volta a definire processi di disinformazione che esistono da sempre nella lotta politica oppure no, costituendo quindi il risultato di una ingegneria comunicativa nuova rispetto al passato. Il primo formante che deve essere preso in considerazione è quello tecnologico poiché come è stato rilevato esse sono progettate, realizzate e diffuse tramite il web e senza i social media non avrebbero tale rilevanza, oggi accentuata grazie alle nuove possibilità offerte dall’intelligenza artificiale come il deepfake. Costituendo il riflesso più importante della post verità nel mondo del diritto sono strettamente legate a questa atmosfera in cui la verità – nel senso di conformità con il reale - è totalmente irrilevante, prevalendo invece le credenze radicate nelle emozioni. Secondo alcuni autori tale nozione è confusa e poco utile, mentre per altri è importante a tal punto da definire le caratteristiche essenziali dell’opinione pubblica contemporanea che nel postmoderno ha trovato la sua legittimazione filosofica e nel populismo la diffusione politica; quest’ultimo (ideologia, stile comunicativo, strategia o logica politica a seconda delle letture) attraverso una critica radicale della politica come professione e più in generale del principio di competenza unito ad una critica della dicotomia orizzontale destra-sinistra di contro a una verticale popolo-elite, ha costituito un terreno fertile per la disinformazione. Non a caso ogni trattazione scientifica che miri ad approfondire le fake news parte da una analisi politologica della loro diffusione che viene rintracciata – per quanto riguarda il suo sdoganamento e uso massivo – all’elezione di Donald Trump e nella Brexit. In questo quadro va aggiunto sul piano più strettamente comunicativo il fenomeno della disintermediazione e della crisi del giornalismo nell’era della comunicazione totale. La rilevanza tematica dell’oggetto d’indagine è dimostrata dall’onnipresenza nel dibattito culturale della questione della post verità pur in mancanza di una adeguata analisi filosofica e giuridica della questione oltre all’attuale attraversamento della “stagione algoritmica” a conferma dell’impatto su libertà d’informazione e diritto all’informazione dell’intelligenza artificiale. La metodologia utilizzata sarà lo studio sistematico della dottrina principalmente filosofico giuridica e politica, unita ad uno studio della giurisprudenza e all’analisi del diritto positivo e de iure condendo, di matrice nazionale (Italia e Spagna) e europea riguardante le misure di contrasto alla disinformazione.